Oggi la crema solare migliore non è soltanto quella che ci protegge di più, ma è anche quella che rispetta l’ambiente e, in particolare il mare. Quindi, se vi state chiedendo quale crema solare scegliere per le vostre attività outdoor, che siano al mare, in montagna o in città è importante saper leggere l’etichetta per poter fare una scelta amica dell’ambiente.
Composizione di una crema solare
Una crema solare ha diversi ingredienti, alcuni servono per proteggerci dai raggi UV (ingredienti attivi) altri servono per la formulazione della crema (eccipienti). La componente attiva può essere organica (clorofilla, caroteni, etc…) e inorganica (ossido di zinco, ossido di titanio, etc…) e forma la barriera protettiva contro i raggi UV. L’indice SPF (Fattore di Protezione Solare) indica la quantità di raggi UV che attraversano la barriera data dalla crema. Più è alto l’SPF più è bassa la quantità di raggi UV che la attraversa. In commercio esistono davvero tante creme solari, e se volete scegliere una crema solare amica dell’ambiente la prima selezione va fatta scegliendo quelle prive di microplastiche e sostanze come: octinoxate, oxibenzone, octocrilene, parabeni, oliminerali e PEG.
Perché alcune creme solari danneggiano l’ambiente
Dovete sapere che le creme solari possono contenere composti nocivi per l’ambiente marino, il più temuto è l’ossibenzone (benzophenone-3 o BP-3), che una volta assorbito dai coralli, questi ne risultano avvelenati e smettono di crescere. Un segno evidente di questo fenomeno è dato dallo sbiancamento dei coralli, un fenomeno distruttivo che porta alla morte del corallo.

Il problema non è soltanto la morte degli animali che formano la barriera corallina, ma di tutto l’ecosistema che vi ruota attorno, la cui vita dipende dai coralli stessi, tra questi ci siamo anche noi! Infatti, le barriere coralline forniscono sostentamento diretto a milioni di persone in tutto il mondo, oltre a proteggere le coste da eventi catastrofici, tsunami compresi, meglio di qualsiasi opera dell’ingegno umano.
Cosa possiamo fare?
Le stime parlano di circa 14.000 tonnellate di creme solari disperse ogni anno soltanto nei mari tropicali (World Tourist Organitation). Il problema non va affrontato soltanto quando si fa il bagno in mare; infatti, anche se effettuiamo trekking o altre attività lontano dalle coste, una volta a casa facendoci la doccia dilaviamo i residui di crema solare che in parte finirà per arrivare al mare. Per questo motivo dobbiamo iniziare a scegliere prodotti solari attenti alle esigenze ambientali.

I composti che dobbiamo evitare
Come abbiamo visto il primo composto da evitare è l’Oxibenzone, ne bastano piccolissime quantità per danneggiare i coralli, ma purtroppo non è l’unico: anche l’Octinoxate, la Canfora di 4-metilbenzilidene e l’Octocrylene sono dannosi per la vita marina. Ci sono poi alcuni filtri minerali che, se ridotti a nanoparticelle come l’ossido di zinco e il biossido di titanio, possono provocare danni. Alcuni Stati hanno preso precauzioni per salvare l’ambiente marino, fra questi lo Stato delle Hawaii ha approvato una legge che vieta l’uso di creme solari contenenti sostanze nocive per l’oceano come Oxibenzone e Octinoxate (in vigore da gennaio 2021).

Quali creme solari scegliere
Sempre più aziende stanno andando nella direzione giusta investendo in ricerca e innovazione mirata proprio per la tutela dell’ambiente. Una prima selezione su quale crema solare scegliere per proteggere l’ambiente la si può fare cercando sull’etichetta la scritta “reef friendly” o “Ocean friendly”. Attenzione però, ogni dicitura ha un significato ben preciso e di conseguenza uno standard di ecocompatibilità ben definito. Per esempio, la certificazione “reef friendly” è ottenuta per quei prodotti privi di composti nocivi alla barriera corallina (Ossibenzone, Ottinoxato, Ottocrilene, 4-Metilbenzilidene Canfora, derivati del PABA, Salicilato di ottile, Omosalato, Avobenzone) ed è da cercare quando si ha in progetto di andare in vacanza nelle località aderenti al Trattato Coralli delle Hawaii. Mentre, le creme solari “Ocean friendly” si focalizzano sull’utilizzo di composti alternativi alle microplastiche con polimeri biodegradabili.

Questi due standard sono i più utilizzati, ma non sono gli unici, quindi, il secondo step è verificare la composizione della crema in modo da assicurarsi che sia la più ecocompatibile possibile. Una buona crema solare per noi e per l’ambiente deve avere queste caratteristiche:
– Formula semplice: pochi filtri, ma efficaci
– Water resistent: meglio ancora se “very water resistent” così si disperderà meno in acqua durante il vostro bagno in mare
– Biodegradabile fino al 100%
– Ingredienti naturali: grassi vegetali come il burro di karitè, la frutta come l’albicocca ricca di vitamina A ed E o il gel di aloe vera sono esempi di quanto il mondo vegetale può aiutarci a proteggerci dai danni del sole sulla nostra pelle.
– privi di nanomateriali
– senza Parabeni, Ftalati e Triclosano
– Packaging plastic free: una crema solare che non inquina deve pensare a tutto, inclusa la confezione che deve anche questa rispettare il mare ed essere di materiale riciclabile di origine vegatale.
Il mondo delle creme solari è in continua evoluzione, rimanere aggiornati sulle ultime scoperte è sicuramente un buon modo per prendersi cura del pianeta. Infatti, i ricercatori stanno cercando di capire quali altri composti possono essere dannosi per l’ambiente marino per trovare una formula totalmente eco-compatibile. A noi non resta che continuare a proteggerci dal sole con una consapevolezza in più rispetto al passato e goderci l’aria aperta in armonia con la natura.
Un esempio di creme solari che rispettano questi requisiti sono:


