Chamonix, 31 agosto 2023. Abbiamo l’opportunità di parlare con GediminasGrinius, il carismatico runnerlituano del TeamVibram, presso il Truck posizionato al cuore del villaggioUTMB, alle pendici del Monte Bianco. Sorriso costante, atteggiamento rilassato e disponibilità indiscutibile: questo è Gediminas. Nonostante l’importanza della gara del giorno successivo, in cui una buona performance avrebbe un valore inestimabile, l’atletanonsembra affatto nervoso o ansioso, o almeno non lo mostra. Con grandeentusiasmo, si presta a rispondere alle nostre curiosità, trasudando un mix di serenità, passione e una volontàdiferro. È questa tenacia che lo ha portato al podio, conquistando il secondoposto all’UTMB nel 2016. Quest’anno, tuttavia, le cose non sono andate altrettanto bene: ha terminato al 26° posto, impiegando 23 ore e mezzo, restando sopra il suo tempo record precedente di un’ora.
Odt: Qual è il tipo di preparazione fisica e mentale che richiede una competizione come l’UTMB?
Gediminas. È unacosa enorme. Ci vogliono anniperprepararsi a UTMB. Ecco perché i corridori più esperti, quelli più anziani, se la cavano molto meglio. E sottolineo la partementale, che è decisamente piùimportantedi quella fisica, perché la parte mentale coordina tutto. Quindi anche le capacità fisiche. Le capacità mentali derivanodalleesperienze. Quindi penso che ci vogliano annipermettereinsieme tutto quellochehairaccolto nella tua vita, nei tuoi allenamenti, ed è questo che ti rende più o meno grande, non due o tre gare alle spalle.
Gediminas Grinius, atleta lituano del Trail running Team Vibram
Odt: Come valuti il tuo rapporto con il Team Vibram? In che modo ti hanno sostenuto nel tuo percorso atletico?
Gediminas. Il TeamVibram è diventato una famiglia, fin dal2016, quando sono diventato campione di ultra trail, ed è stato un anno fantastico. Mi hanno sostenuto. Ma in seguito, ho avuto anni non molto belli, un sacco di altiebassi, con uninterventomedico. E Vibramnonmihamaitradito, sono rimasti fedeli a me. Mi hanno trattatocome un membro della famiglia. Quindi penso che, a prescindere da ciò che accadrà in futuro, l’amore è reciproco e saremoamici, colleghie molto dipiù.
Odt. Nel 2016 sei arrivato secondo all’UTMB. Puoi condividere con noi le emozioni e le sensazioni che hai provato durante quella particolare edizione?
Gediminas. Credo che il 2016 sia stato un anno molto strano per me, perché in quell’anno non sono arrivato al primopostoin nessuna gara. Tuttavia, sono riuscito a vincere l’Ultra Tour ed essere secondoqui, ovviamente, è una grandeemozione, perché è una delle gare più importanti del mondo, l’obiettivoprincipalepermolticorridori. Quindi è stato davvero emozionante. Ricordo il momento in cui LudovicPommeret mi ha raggiunto e ci siamo trovati inseconda posizione perché davanti a noi c’era ZachMiller, e ha detto: “Ehi, andiamo”. Abbiamo preso e superato Zach e ci siamo messi tutti e due in testa. E poi Ludohadetto: “Ehi, Gediminas, finiamo la garainsieme“. Ma io ho detto: “Dai, Ludo, sei molto più forte di così” e lui ha accelerato e ha vinto la gara. Io lo stavo solo seguendo, capisci? Quindi ci sono molteemozioni e molteamicizie, intorno a quella gara. Tanti bei ricordi. E spero di poterlo ripetere quest’anno o nei prossimi.
Odt. In che modo il tuo passato militare ha influenzato il tuo approccio all’ultra-running?
Gediminas. Questo è in linea con la prima domanda, sulla durezzamentale e sulle esperienze di cui parliamo, perché sono un grande sostenitore del fatto che tuttociòchefacciamo nella vita, nelle nostre vite, influisce sui nostri allenamenti, sulle nostre gare. La mia carrieramilitare ha fatto di me l’uomo che sono, e naturalmente nell’esercito è necessaria moltadisciplina, molta motivazione, molta testardaggine. E queste sono le qualità che poi si possono usarenellegare e negli allenamenti. E credo che l’esercito mi abbia reso l’uomochesono ora, il corridorechesono ora, il padrechesono ora, il maritochesono. Quindi l’esercito ha contribuito molto. Oh, sì, sicuramente.
Gediminas Grinius, durante l’intervista a UTMB Mont Blanc Chamonix.
Odt. L’UTMB è noto per i suoi panorami mozzafiato. C’è un particolare segmento del percorso che trovi particolarmente ispirante o stimolante?
Gediminas. Aspetto sempre il sentiero che va dallegolediNotre–DameaLa Fouly perché per me è ilpiùbello. E quando vado sul versanteitaliano, è come se accadesse qualcosa di straordinario, perché i sentieri sono incredibili. I panorami sono fantastici. Sai, è supercorribile. E comunque si fa di notte la maggior parte di questo percorso, ma lo sto visualizzando come se fosse il giorno, perché ci ho fatto molti allenamenti. Anche quest’anno sono riuscito a fare due cicli e mezzo. Ma questopercorsomidà molta energia, molta positività. E credo che anche quest’anno sarà il luogo in cui inizierò a correre.
Odt. Qual è stata la gara più difficile che hai mai corso e cosa hai imparato da quell’esperienza?
Gediminas. Credo che la garapiùimpegnativa sia stata l’UTMB 2015, perché avevo delle vescicheenormisotto i piedi dopo 20 km e horesistitofino a Vallorcine o a Trient, quindi praticamentedistrutto, perchédevi cambiare la tua meccanica e correre più o meno sugliavanpiedi. Mi sono distrutto i quadricipiti, quindi hocorsocome un morto, camminando come un morto, per120km. E quando mi sono fermato la lezionepiùgrande che ho imparato è stata che DNF (ndr: Do Not Finish) nonsignifica “non finire”. DNFènonaverepaura (do not fear).Avolte devi farlo, devifermarti perché la tua mente o il tuo corpo lo richiedono. E allafine è stata una buonadecisione, perché lo stesso anno, dopounmese, sono andato inGiappone alla Mount Fuji Race e hovinto quella gara. Così ho imparato una lezioneimportante: a volte bisognarispettaresestessi. Devi rispettare le richieste del tuo corpo, del tuo cervello, e non avere paura.
Odt. Oltre ad essere un atleta, sei anche un coach. Puoi parlare della tua attività di coaching, sia online che offline? Qual è il tuo approccio?
Gediminas. Fornisco il coaching attraverso la societàTrailRunningFactory, una piattaforma di coaching online. Naturalmente, organizziamo alcuni camps di corsaintuttoilmondo. Ma la miaideologiaè molto semplice: menoèmeglio, perché in questi tempi le persone hanno meno tempo, ma vogliono comunque essere performanti, vogliono raggiungere i loro obiettivi nella vita e nelle gare. Quindi cerco di fare in modo che le coseaccadanospendendomenotempoper l’allenamento, ma continuando a dare il massimo, quindi menoèmeglio è la nostrafilosofia di coaching.
Gediminas Grinius, all’interno del Vibram Truck, dove si risuolano le scarpe.
Odt: C’è una figura o un mentore che ti ha particolarmente influenzato nel tuo percorso nel mondo dell’ultra-running?
Gediminas. Credo di non averne uno. Si possono fare moltinomi di guru della disciplinamotivazionale. Ma credo che non ci sia unsolonome, ce ne sono diversi perché, come in ogni filosofia, mipiaceprenderequalcosachesiadattaame o che può essere usato per altre persone. Quindi nonhounmentore in particolare, una persona che ha influenzato la mia carriera di corridore. Mi piace seguire i ragazzicomeDavidGoggins, come AndrewHuberman, professore di neuro scienze a Stanford. Quindi sì, penso che questi due nomi abbiano avuto un impatto diverso su di me e sulla mia filosofia di corsa.
Odt: Come affronti il dolore e la fatica durante una gara? Hai qualche “trucco” mentale che ti aiuta a spingerti oltre i tuoi limiti?
Gediminas. Il dolore non è evitabile. Già in piedi sullalineadipartenzasaichesperimenterai il dolore e che sarà dura per la tua mente. Sai che avrai questi demonidentro di te che cercheranno di dirti di fermarti mentre stai correndo. Quindi il miometodo particolare è quello di rispondere sempre alla domanda sul perchélo stofacendo. E poi, seho questa risposta, allora è molto facile trasmetterla alla mia mente e andareavanti. Il dolore è solo temporaneo, capisci? E la fama è persempre.
Odt: Essendo un atleta di 44 anni, come vedi la longevità nel mondo del trail running? Hai pensieri o piani specifici per il prossimo futuro?
Gediminas. ComeMoFarah, dico: “Oh, sì, hai proprio centratoilpunto, perché quando il mio allenatore mi ha chiesto qual è il tuo obiettivoper i prossimianni? Ho risposto: “La longevità, sai, la continuità, essere in grado di rimanere in questo sport per il maggior numero di anni possibile”. Non è che voglioessereveloceatuttiicosti, il risultato non conta. Il mio obiettivoattuale è quello di rimanere in questo sportperaltridiecianni. Forse senza arrivare in cima alla classifica e salire sul podio, ma continuareagareggiare al meglio, godendomi ancora l’ambientee la comunità.
Gediminas Grinius, sulle scale del Vibram Truck a Chamonix.
Odt: Come bilanci la tua vita professionale con quella personale, essendo un atleta ad alto livello?
Gediminas. Credo che il segreto sia la disciplina. Nonbere, nonfumare, andare alettoinorario, assumere molte proteine perché, come gli atleti che invecchiano, la sintesi proteica è compromessa, quindi saperecosaequandomiaiutaadessere ancora altop. La miaricetta è quella di coinvolgere la mia famiglia in tutto ciò che faccio. I miei figli, quando erano piccoli, erano costrettiavenirecon me, sai, per sperimentare l’ambiente, sai, correre la gara dei bambini u-t-m-b. E ora, naturalmente, quando hanno18e16anni, nonècosìfacile. Ma loroamano le montagne. Gli ho mostrato la nostra comunità, che cos’è il trail running e spero che infuturo, quando saranno adulti, senericorderanno. E poi se avremo dei momenti difficili, torneremo alle montagne per trovare la soluzione. Quindi laricettaèsemplice: coinvolgerelafamiglia in quello che si sta facendo, e la famiglia ti amerà o odierà. Ma credo che alungo andare lo ricorderannocome una cosabuona. E anche adesso mia moglie, come sempre, mi sosterrà all’UTMB, perché mi aiuta molto mentalmente, e fisicamente. In fondo, dietro ogni uomo forte c’è una donna forte.
Odt. Quali consigli hai per gli aspiranti ultra-runners che vogliono seguire le tue orme?
Gediminas. Penso che i giovanicorridori debbano faretuttoconpassione. E con pazienza. Quindi passione e pazienza. Se si ha passione, ovviamente sipuòdiventare un grandecorridore. Si può avere disciplina, motivazione e si possono ottenere grandi risultati. Ma per i giovani corridori, il mioconsiglio è di faretuttolentamente e passodopopasso. Oggi i giovani commettono lo stesso errore, voler faretuttoin fretta. E nonrispettano il loro corpo. Non rispettano il loro cervello, ed è per questo che si vedono molti giovani corridori che sono solo stelle per un anno, due anni, e poi se ne vanno perché non possono farcela. E questo mi riporta alla prima domanda sull’esperienza. Quindi, per i giovani, ènecessarioaccumulare esperienza e questa viene con la pazienza. Sì, perché… bisogna ascoltare gli anni per diventare grandi corridori.
Odt. Infine, sei noto per la tua mentalità positiva e resiliente. Hai un motto o una filosofia di vita che ti guida?
Gediminas. Uhm… ho solounaparola. È una parola giapponese, gaman, e fondamentalmente gaman significasopportarecondignità. Sì. Qualunque cosa ti capiti, devi sopportarla con dignità. Sì, lostessoaccadenegliultratrail. Quando si corre, si hanno molti problemi, molti momenti negativi, molte cadute. Ma devi sopportarecon dignità. Questo è il mio mottodi vita.
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