Quante volte è accaduto in passato di dire la frase: “Peccato avessi avuto la macchina fotografica sarebbe stata una bella fotografia”. Oggi questa frase si può dire estinta! Avere lo smartphone con sé durante qualsiasi attività è consuetudine diffusa specie se ci si avventura nella natura.

Sicuramente i nostri smartphone sono diventati in questi ultimi anni gadget utili sotto più aspetti ma è stata proprio la fotografia ad essere il centro pulsante dello sviluppo tecnologico, tant’è vero che ogni casa produttrice punta gran parte della pubblicità proprio sulla qualità fotografica. Sempre più tecnologia quindi dietro un click, tanto da avere software per il miglioramento delle immagini che fanno invidia alla tecnologia delle Full Frame di primo livello. Il risultato: immagini sorprendenti in qualsiasi condizione di luce con un semplice tocco.
Ma per ottenere risultati da veri pro ci si deve impegnare, ed ecco che questi semplici accorgimenti daranno alle nostre foto un risultato migliore pronte da postare.
Come scegliere una fotocamera di uno smartphone
Abbandonate l’idea che “più MP ho meglio è…”; sono molte le case che promuovono le fotocamere dei loro smartphone solo dal numero dei megapixel (MP), alcuni parlano addirittura di 100 MP! Questi sono sì importanti perché sono gli elementi che fungono da pellicola ma non sono tutto, date un’occhiata alle reflex full frame di punta la maggior parte ha mediamente “soltanto” 21 MP. Quindi oggi è più importante parlare di grandezza del sensore di modo che gli stessi pixel possano catturare più informazione possibile, cioè luce.
Un gioco rilevante lo fanno poi le altre parti meccaniche come la qualità delle lenti e la lunghezza focale per poter scattare foto a soggetti vicini (macro), a soggetti lontani (tele) e tutto ciò che si trova a metà fra loro. Se non fosse per i software sempre più performanti le fotografie dei nostri smartphone sarebbero pressappoco uno schizzo spesso bruciato (troppi chiari) o con troppe ombre. È proprio grazie all’elaborazione del software che l’immagine risulta gradevole e corretta dal punto di vista fotografico: il software ovvia al rumore inevitabile sui sensori di questo tipo specie in condizioni di scarsa luminosità, corregge l’esposizione ed ogni altro artefatto prodotto dalla meccanica della macchina fotografica. Nel caso in cui dobbiate acquistare uno smartphone e la vostra priorità sia proprio la qualità della fotocamera non fatevi quindi attrarre dai MP, ma piuttosto dalla tipologia di software, dalla grandezza del sensore e dalla qualità delle lenti. Quindi tutto qui basta avere il top per fare foto degne di essere ricordate? Ovviamente no, alcuni accorgimenti sono indispensabili per ottenere risultati di qualità.
Come e quando usare le opzioni HDR, MACRO e LIGHT PAINTIG
Ci sono situazioni particolari specie nelle ore più suggestive come all’alba e al tramonto dove giocare con la luce porta a risultati sorprendenti. Per fare questo occorre saper utilizzare alcune opzioni che il software non utilizza in automatico proprio perché non abituali durante gli scatti di tutti i giorni, ma che possono tornare utili proprio quando ci si trova nella natura come per esempio in mezzo ad un bosco, dove la luce che filtra tra i rami produce un effetto di chiari e scuri che possono dare come risultato foto con parti mancanti perché bruciate o in ombra. Il trucco sta nel sapere cosa voler ottenere da quello scatto, cosa si vuole far vedere in quella foto.
HDR: High Dynamic Range, questa opzione che ormai si può trovare su qualsiasi dispositivo è utile quando si vogliono scattare fotografie con forti differenze tra chiari e scuri e gli si vuole esposti correttamente entrambi contemporaneamente. Per esempio un tramonto dove ci sono quasi sempre parti più luminose e parti più in ombra, ritratti più naturali senza il flash, interni, e così via. Il software rileva tre immagini con esposizioni diverse che verranno poi sovrapposte per restituirne una corretta dal punto di vista dell’esposizione riducendo le aree in ombra e quelle sovraesposte. Quando si utilizza questa funzione è bene stare fermi il più possibile per evitare errori di sovrapposizione.

LIGHT PAINTING: letteralmente “dipingere con la luce”, questa tecnica nota fin dal 1889, oggi la troviamo come opzione sul nostro smartphone e ci permette di realizzare fotografie uniche e artistiche. Non c’è una regola per sfruttare al meglio l’opzione Light Painting, la cosa migliore è sperimentare. Tuttavia per dare determinati effetti come le classiche foto delle scie stellari o il flusso dell’acqua di un ruscello è indispensabile un cavalletto in modo da avere l’inquadratura perfettamente ferma e far agire il movimento del soggetto in contrasto con il resto del paesaggio immobile. Sebbene ci siano all’interno della stessa opzione la possibilità di scegliere fra diverse situazioni i risultati migliori sono dati in condizioni di luce scarsa in quanto per ottenere l’effetto l’otturatore dovrà rimanere aperto per più secondi e se la luce è troppa si rischia di bruciare alcune aree dando tendenzialmente un effetto sgradevole.
MACRO: opzione indispensabile per chi non si ferma all’immensità dei paesaggi ma ci cade dentro. Con questa opzione ci si potrà avvicinare ai soggetti da fotografare come fiori, insetti e qualsiasi dettaglio che permette questo tipo di rapporto. Già perché con questa opzione il segreto è avvicinarsi il più possibile fin che si riesce a mettere a fuoco per avere una prospettiva completamente nuova, inutile usare questa opzione e stare distanti dal soggetto, provate ad avvicinarvi a chi permette di farlo e scoprirete un mondo nuovo.

Come e quando usare la modalità PRO
Ci sono poi situazioni in cui ognuno vede una foto diversa ma per catturare l’immagine come la si è pensata si dovrà dimenticare l’automatismo a cui siamo abituati e lavorare con la modalità Pro che ormai si trova praticamente su ogni fotocamera. La modalità Pro consente di intervenire manualmente sui vari parametri di regolazione della macchina fotografica come l’esposizione, la velocità di scatto, gli ISO solo per citarne alcuni. Non sempre si riesce a sfruttare al meglio questa possibilità perché spesso le situazioni da fotografare sono fuggenti e l’immediatezza dello scatto automatico garantisce la cattura dell’immagine, la modalità PRO su uno smartphone è utile per andare contro i limiti dei parametri prefissati dalle opzioni che abbiamo visto prima e dare un effetto forse non corretto dal punto di vista dell’esposizione piuttosto che del fuoco ma voluto e perché no accattivante e comunque bello dal punto di vista fotografico. I due punti principali sono gli ISO e l’S (velocità dell’otturatore) alzare gli ISO significa aumentare la sensibilità dei pixel uguale più luce catturata ma anche più rumore che a livello pratico significano foto con un effetto granuloso che nella maggior parte dei casi risulta sgradevole. La velocità dell’otturatore determina il tempo di esposizione (ricordate il LIGHT PAINTING?) più il tempo è piccolo maggiore è la capacità di catturare immagini in movimento. L’utilizzo di diversi ISO e tempi di otturazione determinerà effetti diversi anche qui sperimentare è il miglior modo per trovarsi preparati difronte alle diverse situazioni. La funzione PRO ci viene in aiuto anche quando abbiamo problemi di messa a fuoco e il sistema automatico AF-S (scatto Singolo) o l’AF-C (Continua) non mettono a fuoco ciò che interessa a noi. A questo punto la soluzione più comoda è selezionare la messa a fuoco manuale (MF), si potrà così intervenire liberamente su cosa mettere a fuoco e cosa no.
Come comportarsi con il contro luce e il flash
Specialmente per i ritratti e le foto ricordo capita spesso di trovarsi contro luce ma quel panorama alle spalle lo si vuole per forza inserire nel book del viaggio. Partiamo dalla situazione più classica, il selfie. Come è noto chi è contro luce rimane in ombra e la tentazione di ovviare al problema con un colpo di flash non sarebbe sbagliata se non nel caso del selfie. In questo caso bisogna evitare di appiattire la luce con un flash troppo vicino e cercare di compensare sovraesponendo leggermente la foto, ed aggiustare in post produzione luci e ombre in modo da riportare un equilibrio. Quando invece la fotocamera è ad una distanza sufficiente come dicevamo un colpo di flash può risolvere la situazione. Quindi il flash non è prerogativa soltanto notturna, ma in tutte quelle situazioni in cui c’è da risolvere un problema di scarsa illuminazione. In generale è utile capire la potenza del proprio flash provando ad aumentare la distanza dal soggetto illuminato e capire a quanti metri il flash risulta efficace. L’importante è di non appiattire l’immagine con flash troppo ravvicinati che rischiano di lasciare aree troppo bruciate, al contrario per le macro potrebbe essere molto utile la funzione “lampada accesa” che permette di avere una luce puntata sul soggetto ed evidenziare meglio i dettagli. Spesso questa funzione risolve anche i problemi classici del flash improvviso. Mi piace ricordare che in alcune situazioni, come di notte in un bosco, il flash è sconsigliato per il disturbo che arreca alla fauna, inoltre, tendenzialmente specie con il flash di uno smartphone il risultato è al 90 % pessimo.

Come fare delle belle foto in action
Ormai siamo un po’ tutti narcisisti e catturare le imprese personali fa parte della cultura moderna, ma quando la foto diventa uno strumento artistico per raccontarci passa in secondo piano il lato negativo di auto celebrazione perché a chiunque farete vedere la foto sarà trasmessa un’emozione che va oltre il personale. Per scattare foto durante le nostre attività per prima cosa bisogna mettersi in sicurezza. Spesso questo particolare viene tralasciato ma è il più importante perché di solito ci troviamo in un ambiente naturale spesso ostile e talvolta pericoloso, quindi capire innanzitutto se è il caso di rischiare per una foto o è più prudente fotografare in un luogo più sicuro. Non sono soltanto le falesie o le vie alpinistiche quelle a cui mi riferisco, ma anche a luoghi antropizzati come piste da DH o sci alpino dove gli incidenti per distrazione sono all’ordine del giorno. Il protagonista dello sport outdoor è il movimento talvolta lento come nell’arrampicata, talvolta veloce come nella MTB, quindi per poter sfruttare al meglio il nostro smartphone è bene passare alla modalità PRO. Questo ci permetterà di regolare i tempi di otturazione (S) così per immortalare il soggetto durante un’azione veloce sarà utile diminuire i tempi di scatto e per riprendere in condizioni di scarsa luminosità aumentare gli ISO. Per coinvolgere l’osservatore l’inquadratura è determinante, per rendere al massimo l’idea di ciò che si sta vivendo esistono le action cam ma non sempre se ne ha una o la si ha dietro, quindi il trucco sta nell’inquadrare cambiando prospettiva spesso, abbassandoci, alzando le braccia al cielo, portando il telefono al petto e così via, in questo caso è utile abituarsi a scattare con tasti secondari al touch screen in modo da raggiungere comodamente il pulsante da ogni inquadratura. Con questa tecnica scattare molte foto è utile perché il 90% saranno da scartare ma sulla quantità ce ne sarà sicuramente una da tenere, in caso contrario: repeat please!

Come e quando usare la post produzione
Quasi tutte le foto scattate e utilizzate per essere messe on line o stampate hanno subito un minimo di post produzione. La post produzione a differenza di quello che abitualmente si è portati a pensare è sempre esistita, anche nella fotografia analogica talvolta le foto venivano corrette dopo lo scatto in camera oscura! Quindi non fatevi venire troppi sensi di colpa se non avete una foto sul profilo che non sia stata “aggiustata”, il consiglio però è quello di non allontanarsi da quello che i nostri occhi hanno visto ma al contrario le regolazioni dovrebbero aiutare ad avvicinare la foto alla versione migliore di quello che abbiamo percepito in quel momento. Vediamo le regolazioni principali che troviamo su ogni smartphone.

Nitidezza: aumenta la definizione dei contorni, così da migliorare quelle foto con un micro mosso o semplicemente per migliorarne i dettagli.

Luminosità: agisce sull’intera foto e come da intuizione agisce sull’intensità di luce di tutti i pixel. Utile quando si ha scattato una foto troppo satura di luce o al contrario nella sua totalità troppo buia, in entrambi i casi la correzione restituirà alcuni dettagli nascosti dalle aree chiare o buie.
Contrasto: aumentarlo significa aumentare la differenza fra i pixel più luminosi e quelli più scuri. Se si aumenta tale differenza i valori più luminosi tendono al valore massimo e i valori più scuri tendono al valore minimo. I valori intermedi non cambiano (da wikipedia). Questa regolazione quando abusata da pessimi risultati in quanto si rischia di avere zone bruciate e altre completamente buie. (p.s. un leggero tocco di contrasto migliora quasi sempre le foto di uno smartphone che risultano spesso troppo piatte a causa degli automatismi).

Saturazione: inutile spiegare di cosa si tratta (per chi non l’ha mai usata consiste nell’aumento della vivacità dei pixel), anche questa regolazione spesso viene abusata dando risultati che allontanano dalla realtà con prati brillanti e cieli troppo carichi di colore. Un modo per ottenere una foto in B/N è la completa desaturazione dell’immagine.

Ci sono poi infiniti filtri che principalmente hanno settaggi predefiniti delle regolazioni appena viste che combinate tra di loro forniscono effetti molto differenti. I più utili a mio avviso sono quelli in B/N che permettono di avere diversi settaggi in modo da poter scegliere quello più adatto al proprio scatto in base a cosa si vuole enfatizzare.



Come trasformare il proprio smartphone in un teleobbiettivo
Quando ci si immerge in luoghi selvaggi può capitare di avvistare qualche animale selvatico e la voglia di fotografarlo penso ormai che sia consueta. Se la fotografia è rimasta sempre confinata a quella di uno smartphone vi sarete accorti che zoomando il risultato è piuttosto deludente. Anche in questo caso come per i MP non bisogna farsi ingannare dagli slogan che pubblicizzano super-zoom; sono rari i casi in cui lo zoom digitale sia davvero un aiuto valido per ottenere fotografie di qualità. In generale lo zoom dovrebbe essere sfruttato esclusivamente quando è effettivo, cioè quando le lenti all’interno dell’obbiettivo con il loro movimento fanno aumentare la lunghezza focale. Si può capire quindi che viste le dimensioni dei nostri smartphone ci sono dei limiti oggettivi per lo zoom ottico. Quindi per ottenere risultati di qualità dobbiamo ricordarci di non esagerare con lo zoom facendo delle prove per capire quale è il limite dopo il quale lo zoom digitale è troppo invasivo. Ci sono due principali tecniche per ottenere una bella foto zoomata: la prima prevede lo scatto semplice con lo zoom ottico e il successivo crop dell’immagine con un miglioramento di post produzione come nitidezza e contrasto. La seconda più complicata prevede l’utilizzo di elementi esterni come binocoli, cannocchiali, zoom ottici per smartphone, etc… i quali aggiungono mm di focale al tutto con una discreta qualità di scatto. Questo metodo rudimentale può essere anche improvvisato senza adattatori, un binocolo e uno smartphone allineati insieme possono farvi portare a casa se non uno scatto da incorniciare per lo meno un ricordo.

Come si è visto anche una fotocamera “semplice” come quella dei nostri smartphone può dare risultati eccezionali, ora tocca a voi: non vi resta che andare là fuori a sperimentare e scoprire il mondo outdoor a colpi di touch.