Tempo fa, quando la neve ancora non ricopriva i sentieri, avevo scritto un decalogo del buon escursionista, che racchiudeva tutte quelle piccole regole da rispettare per comportarsi bene in montagna, sia nei confronti dell’ambiente montano stesso che delle altre persone che lo frequentano. Ora invece propongo un altro decalogo, questa volta in versione invernale, che possa aiutare tutti coloro che si approcciano al mondo delle ciaspole e della montagna in inverno in generale. Ecco a voi il decalogo del buon ciaspolatore.

1. Seguire la traccia giusta
Iniziamo il decalogo del buon ciaspolatore con una considerazione: la montagna in inverno è frequentata da tante persone diverse: c’è chi scia a chi cammina con le ciaspole, chi sta in pista e chi va fuori, eccetera. Se troviamo una traccia già battuta, è bene ricordarsi che non tutte le tracce sono fatte per le ciaspole. Questo è vero soprattutto nei dintorni dei comprensori sciistici, dove alcune tracce potrebbero essere battute esclusivamente per gli sci alpinisti, ed è quindi sempre meglio controllare prima. Lontano dalle piste, invece, ognuno può scegliere la traccia che più gli piace. Quando possibile, però, è buona regola non seguire le tracce degli sci alpinisti in modo da non creare buchi nella traccia, “rovinando” così il terreno, o per lo meno prestare attenzione quando lo si fa. Se non c’è una traccia già creata da altri ciaspolatori, si può crearne una propria, facendo a turno con gli altri membri del gruppo per non affaticarsi troppo. Se invece questo non è possibile, ovviamente, si può prendere in prestito la traccia già fatta da qualche sciatore, di certo non si offenderanno troppo.
Altra cosa importante da considerare quando si decide di seguire una traccia è che non per forza quella traccia ci porterà dove volgiamo andare noi, ed è quindi fondamentale continuare a consultare la cartina o il GPS per non perdersi.

2. Il decalogo del buon ciaspolatore: le piste da sci
Il decreto legge 40/2021 dice che: “La risalita della pista con gli sci ai piedi e l’utilizzo delle racchette da neve, o con qualsiasi altro mezzo, sono normalmente vietati. Le risalite possono essere ammesse previa autorizzazione del gestore dell’area sciabile attrezzata o, in mancanza di tale autorizzazione, in casi di urgente necessità, e devono comunque avvenire mantenendosi il più possibile vicini alla palinatura che delimita la pista, avendo cura di evitare rischi per la sicurezza degli sciatori e rispettando le prescrizioni di cui al presente decreto, nonché quelle adottate dal gestore dell’area sciabile attrezzata.
Con le ciaspole è quindi sempre meglio non camminare sulle piste da discesa o di sci di fondo, e se dovesse capitare di trovarsi in questa situazione, per qualsiasi motivo, mantenersi al lato della pista e percorrerla per il minimo indispensabile. Se bisogna attraversare una pista da sci di fondo, farlo in modo consapevole e non calpestare i binari, per evitare di rovinarli.

3. Ciaspole o no
Quando servono davvero le ciaspole? A volte capita di percorrere una strada forestale battuta, magari per arrivare in un rifugio, dove le ciaspole possono risultare superflue. In questo caso può essere quindi più pratico usare i ramponcini, o addirittura camminare semplicemente con gli scarponi. In neve fresca, invece, è sempre meglio usarle. Camminare in neve fresca con gli scarponi e basta crea infatti dei buchi che possono essere pericolosi per gli altri utenti, o semplicemente fastidiosi.

4. Il decalogo del ciaspolatore: liberare il passaggio
Quando ci si ferma, per qualsiasi motivo, è buona cosa spostarsi dal sentiero, facilitando così il passaggio alle altre persone. Questo vale sia per le soste brevi che per quelle lunghe. Allo steso modo, avere cura di non abbandonare i bastoncini o lo zaino nel bel mezzo del sentiero, cosa che per altro è vera anche in estate.
5. Dare la precedenza
Chi ha la precedenza su un sentiero? Generalmente chi sale, poiché sta facendo lo sforzo maggiore ed è bene che mantenga il suo ritmo. Funziona in questo modo anche quando siamo in macchina, e stiamo guidando su una strada in salita, magari un po stretta e ricoperta di neve. In inverno, però, dobbiamo tenere conto anche della velocità a cui ognuno si muove. E quindi, se sto camminando su un sentiero e incontro uno sciatore in discesa, lo farò passare per primo. Ogni situazione è comunque diversa, l’importante è essere sempre educati e rispettare chi incontriamo.

6. Leggere il bollettino valanghe
Altra regola fondamentale è quella di informarsi sempre sulle condizioni della neve. Il bollettino valanghe ci fornisce tutte le informazioni che ci servono per poter scegliere l’itinerario migliore, per capire quali zone è meglio evitare e quali invece sono più sicure. È importante quindi consultarlo prima di ogni uscita, e periodicamente durante tutto l’inverno, per avere una visione generale aggiornata su quello che sta succedendo.

7. Attrezzatura per l’autosoccorso
Il decreto legislativo 28 febbraio 2021 n. 40, entrato in vigore il 1° gennaio 2022, introduce l’obbligo di dotarsi di artva, pala e sonda quando si pratica qualsiasi attività fuoripista e attività escursionistiche, anche con racchette da neve, “in particolari ambienti innevati laddove, per le condizioni nivometeorologiche, sussistano rischi di valanghe”. È importante dotarsi di questa attrezzatura anche se non abbiamo intenzione di attraversare terreno pericoloso, in quanto potremmo ritrovarci in una situazione che richiede il nostro aiuto.
Oltre a portarsi dietro questa attrezzatura, però, bisogna anche saperla usare. Possiamo chiedere a un amico esperto o a una guida alpina, l’importante è fare tanta pratica, per essere sicuri di sapere cosa fare se ce ne dovesse essere la necessità.

8. Portare via i rifiuti
“Tanto è biodegradabile”. Questa è la risposta che mi viene data, ogni volta che chiedo a qualcuno perché ha lasciato per terra un fazzoletto di carta, o la buccia di un mandarino. Certo, queste cose sono biodegradabili, ma prima di accettare il fatto che sia cosa buona e giusta lasciarle sul sentiero, dobbiamo farci qualche domanda. Per prima cosa, quanto ci mettono a decomporsi? In inverno sicuramente un sacco di tempo, se pensiamo che probabilmente verranno sepolte dalle successive nevicate, si congeleranno, e le ritroveremo in primavera ancora intatte. Secondo, pensiamo se cinquanta persone raggiungono una determinata cima in un giorno, e tutte quelle persone lasciano dei rifiuti. Quella cima sarà piena di bucce di mandarino, o di banana, o di fazzoletti di carta: di certo non un bel vedere. Ci sono poi altre ragioni per cui è sempre meglio non lasciare nessun rifiuto per terra, ma queste da sole forniscono un motivo sufficiente per non farlo.
9. Proteggere la fauna
La vita della fauna montana, in inverno, è letteralmente appesa a un filo. Con le temperature basse e la neve che ricopre le maggiori fonti di cibo, gli animali fanno davvero fatica a trovare le energie necessarie per la sopravvivenza, e ogni disturbo da parte dell’uomo peggiora la situazione. Per proteggere la fauna, quindi, è meglio non allontanarsi dai sentieri tracciati, e seguire gli itinerari classici e più frequentati. Gli animali hanno infatti imparato a stare alla larga da determinate zone frequentate dall’uomo, e così facendo non rischiamo di disturbarli troppo. Altra cosa da considerare è tenere i cani al guinzaglio.

10. Rispetto
Da ultimo, rispettare sempre le altre persone che troviamo lungo il sentiero. Salutare chi si incontra, per esempio, è un segno di civiltà, di amicizia, di appartenenza all’ambiente che stiamo frequentando. In montagna siamo tutti amici.
Ecco quindi dieci linee guida per l’escursionista invernale, da seguire e adattare ad ogni situazione in montagna. Perché, come già dicevo nel mio articolo precedente, l’informazione è alla base della consapevolezza, e l’escursionista consapevole è un buon escursionista.