La stagione olimpica di Coppa del Mondo di sci alpino 2025/26 è partita da Soelden, come sempre, sul ghiacciaio del Rettenbach. Da anni questa è la prova inaugurale, banco di collaudo per tecnica, materiali e gambe di tutti.
Un test tecnico per atleti e squadre, ma pur sempre una gara vera, dove vincere conta, eccome.

Una pista sempre uguale, ma mai semplice
Il tracciato di Soelden è ormai una certezza: si parte in falso piano, poi arriva il lungo muro centrale, ripido e costante, che porta al raccordo con il piano finale, decisivo per il risultato.
Chi porta velocità in uscita dal muro arriva veloce fin sul traguardo; chi esita, paga caro. Le manche durano meno di un minuto, ma sono un concentrato di fatica e tensione: nessun momento di tregua.
La pista, negli anni, è stata sbancata fino alla roccia e poi ricoperta di neve programmata. Il risultato è un fondo compatto, liscio, prevedibile. In queste condizioni gli atleti sono costretti a continue correzioni di traiettoria: non si può sfruttare pienamente la sciancratura degli sci, serve tecnica di adattamento, drift controllato e sensibilità millimetrica.

Photo: Marco Trovati/Pentaphoto
Donne: dominio Scheib, Italia in affanno
Sabato 25 ottobre, tempo coperto ma visibilità buona.
La prima manche si chiude con la splendida prova di Julia Scheib, giovane austriaca che rifila distacco netto a Paula Moltzan e al resto del gruppo.
Si mette in luce Lara Colturi, quarta dopo la prima discesa, più attardate Gut-Behrami e Shiffrin, pronte però a rimontare nella seconda.

Photo: Marco Trovati/Pentaphoto
Alla fine Scheib centra la sua prima vittoria in Coppa del Mondo a Soelden 2025, un successo pesante per la squadra austriaca e per il suo morale.
Lara Gut-Behrami recupera fino al terzo posto, Shiffrin chiude quarta ma già con ritmo da Coppa generale.
Capitolo azzurre
Mettiamo da parte la sfortuna: Brignone e Bassino sono fuori gioco, facciamocene una ragione. Sofia Goggia, indecisa e contratta, non trova fiducia e a metà gara inforca una porta con il braccio destro. Esce, ma l’errore — tecnico e mentale — probabilmente è iniziato prima.
Resta la sola Asja Zenere, che con un onorevole 17° posto salva almeno la faccia.
Tutte le altre non qualificate tra le trenta (tranne Goggia e Della Mea, fuori nella prima).
Un risultato che preoccupa: le nostre grandi gigantiste difficilmente torneranno in tempo per Cortina 2026, e tra le giovani il divario tecnico con il primo gruppo di rivali appare evidente.
È solo la prima gara, d’accordo. Ma è un test andato male — e il tempo per recuperare non è molto.

Photo: Marco Trovati/Pentaphoto
Uomini: Odermatt regolare, Italia in cerca d’identità
Domenica il copione non cambia molto.
Vince Marco Odermatt, come da pronostico, ma senza la solita superiorità: regolare, preciso, ancora lontano dal top di condizione.
Alle sue spalle un ritrovato Marco Schwarz, che fa sognare gli austriaci, e il norvegese Atle Lie McGrath, classe 2000, autore di una seconda manche brillante.
Molti dei favoriti hanno faticato con la pista sempre più segnata e una visibilità peggiorata dalla neve in caduta.
In casa Italia, il problema è tecnico:
Giovanni Borsotti, più di altri, ma anche Luca De Aliprandini, continuano a impostare le curve con un drifting laterale esasperato — la “derapata tattica” che ricorda i tempi di Max Blardone sulla Gran Risa.
Una scelta a volte necessaria per entrare in curva, ma da dosare: se usata ovunque, curva dopo curva, il tempo perso si accumula inesorabile.

Photo: Marco Trovati/Pentaphoto
Segnali e prospettive
Alex Vinatzer, ottavo al traguardo grazie a una seconda manche efficace, sembra l’unico a interpretare una linea più moderna, simile a quella dei top-player internazionali. Quando riesce a metterla in pratica, può competere davvero.
Tre italiani a punti (Vinatzer, De Alipradini, Borsotti) ma Kastlunger, Franzoni e Della Vite restano lontani dai tempi utili per la qualificazione.
È vero, anche questa è solo una prova d’apertura. Ma test dopo test, le difficoltà si ripetono. E mentre Svizzera, Austria e Norvegia sfornano continuità e nuove leve, noi restiamo fermi a cercare soluzioni.

Bilancio tecnico e prospettive
Soelden 2025 lascia sensazioni contrastanti: qualcuno gioisce, altri riflettono.
Per l’Italia, in campo maschile e femminile, è tempo di analisi e autocritica.
Serve un cambio di passo, in allenamento e nella mentalità.
Bisogna stimolare le giovani leve a osare, liberandole dall’ombra dei grandi nomi, e portare freschezza nel lavoro tecnico.
Il prossimo appuntamento è con gli slalom di Levi (15-16 novembre), e il rischio — scusate il gioco di parole — è che i problemi “si ingigantiscano”.
Ma per chi ama questo sport, il lunedì di Coppa resta il momento giusto per capire, analizzare, e sperare in rapidi miglioramenti.


