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Microplastiche e capi outdoor: come ridurre l’impatto del nostro equipaggiamento

Pile, giacche tecniche, calze in poliestere: il nostro guardaroba outdoor nasconde un problema invisibile ma reale.

Alfredo Tradati, SS25 Scritto il
da Alfredo Tradati

Ogni lavaggio, ogni uscita in ambiente naturale può rilasciare microplastiche nell’acqua e nell’aria. Ma ci sono azioni e innovazioni che possono fare la differenza.

Microplastiche sono state trovate anche nel lago di Pilato in Abruzzo.
Microplastiche sono state trovate anche nel lago di Pilato in Abruzzo. ©Samuele-Cavicchi

Da dove arrivano le microplastiche nei capi outdoor

Le microplastiche sono frammenti inferiori a 5 mm, rilasciati anche dai tessuti sintetici più diffusi nell’abbigliamento tecnico: poliestere, nylon, poliammide, elastan.

  • Durante il lavaggio in lavatrice, le fibre si staccano e finiscono nelle acque reflue.

  • Con l’usura sul campo, vento, attrito con zaini e ramponi, abrasioni su rocce e rami, piccolissime fibre si disperdono nell’ambiente.

Secondo stime di IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), il rilascio annuale globale da tessuti sintetici supera 1,5 milioni di tonnellate di microplastiche.

Salewa Pedroc baselayer Polartec power Grid dettaglio collo
Baselayer in tessuto Polartec power Grid

Perché è un problema anche in montagna

Le microplastiche non si fermano al mare: vengono trasportate da acqua, vento e precipitazioni. Studi in quota hanno rilevato fibre sintetiche persino nelle nevi alpine e nei ghiacciai.
Questi frammenti:

  • Entrano nella catena alimentare (acqua, pesci, animali).
  • Possono essere inalati o ingeriti dall’uomo.
  • Alterano ecosistemi delicati come prati alpini e bacini montani.
Sacchetti specifici per evitare il rilascio di microplasriche durante il lavaggio. @guppyfriend
Sacchetti specifici per evitare il rilascio di microplasriche durante il lavaggio. @guppyfriend

Cosa possono fare gli appassionati outdoor

Ridurre le microplastiche non significa rinunciare ai materiali tecnici. Ma piccoli accorgimenti possono fare la differenza:

  1. Lavaggi consapevoli

    • Lavare meno spesso e a basse temperature.

    • Usare sacchetti filtranti (es. Guppyfriend) o filtri esterni per lavatrice.

  2. Scelta dei materiali

    • Preferire prodotti con certificazioni ambientali (Bluesign®, OEKO-TEX®, GRS).

    • Valutare capi in lana merino o fibre miste bio-based.

  3. Manutenzione

    • Riparare e riutilizzare capi usurati per prolungarne la vita.

    • Evitare asciugatrici che accelerano la degradazione delle fibre.

Patagonia, inventore del pile, studia per ridurre il rilascio di microplastiche dai capi.
Patagonia, inventore del pile, studia per ridurre il rilascio di microplastiche dai capi.

Innovazione dei brand outdoor

Sempre più marchi stanno introducendo soluzioni a basso rilascio di microfibre:

  • Patagonia e Vaude utilizzano filati riciclati più compatti, studiati per ridurre la dispersione in lavaggio.

  • Ortovox punta su misti lana naturale e fibre riciclate ad alta resistenza.

  • Haglöfs e Picture Organic Clothing sperimentano bio-polimeri compostabili e tessuti innovativi.

Le microplastiche sono una sfida invisibile ma concreta per chi ama l’outdoor. Ogni scelta conta: dal lavaggio consapevole all’acquisto ragionato, fino alla manutenzione dei capi. L’obiettivo non è rinunciare alla performance, ma accompagnare il settore e gli appassionati verso un outdoor sempre più sostenibile.

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