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Economia e futuro dei rifugi alpini – Parte 1

Quali sono i veri costi di un rifugio e come sta cambiando la frequentazione?

Cecilia Mariani Scritto il
da Cecilia Mariani

I rifugi alpini sono molto più di semplici punti di sosta in montagna: sono luoghi con un’identità forte, dove l’accoglienza si intreccia all’ambiente circostante. Spesso però, dietro a un piatto di polenta o a un letto in camerata, ci sono dinamiche economiche poco visibili a chi passa in rifugio solo qualche ora della giornata. In questo articolo vorrei provare a raccontare cosa c’è dietro i costi di un rifugio alpino: le spese, i rifornimenti, le manutenzioni e il lavoro. Un po’ per capirci qualcosa in più, un po’ nella speranza che anche i nuovi frequentatori della montagna possano guardare questi luoghi con occhi diversi.

Rifugio
Il Rifugio Nuvolau. Ph. Cecilia Mariani

Due rifugi, due prospettive

Per affrontare il tema ho parlato con due rifugisti delle Dolomiti: Marco, gestore del Rifugio Vazzoler, ai piedi del Civetta, ed Emma, gestrice del Rifugio Nuvolau, sulla cima del monte omonimo. Due rifugi molto diversi per posizione e accessibilità, ma accomunati da una cosa: il desiderio di mantenere viva l’anima originaria del rifugio alpino, quello che accoglie senza fronzoli ma con autenticità.

Il Vazzoler si raggiunge solo a piedi, con sentieri che partono da Listolade, Alleghe o Palafavera ed è frequentato soprattutto, ma non solo, da scalatori ed escursionisti dell’Alta Via 1. I rifornimenti vengono effettuati con un mezzo 4×4 lungo una strada forestale privata. Il Nuvolau, invece, è il più antico rifugio ancora in funzione nelle Dolomiti e si trova sulla sommità del monte omonimo. Anche qui si arriva solo a piedi, ma per i rifornimenti si utilizza una piccola teleferica che parte dal Rifugio Cinque Torri. In entrambi i casi, insomma, ogni oggetto che arriva fin lassù ha fatto un bel viaggio e ogni pasto servito ha già una storia alle spalle.

Siccità in montagna
Il Rifugio Croda da Lago sopra Cortina d’Ampezzo, Veneto. Ph. Cecilia Mariani

 

I costi nascosti

Ma come si calcola il prezzo di un pernotto o di una consumazione in rifugio? Marco lo spiega così: “si cerca di capire quanto a noi costi un pernotto o una consumazione considerando tutti i costi fissi come affitto, dipendenti, materie prime, ecc. Bisogna poi sempre includere anche una parte che serve per coprire le manutenzioni straordinarie (ad esempio i danni causati dalla pioggia sulla turbina, sulla strada e sulla struttura), e una piccola parte che ci serve da reinvestire nel rifugio ogni anno per portare qualcosa di nuovo”.

Emma sottolinea poi un punto interessante: “i prezzi sono concordati con il CAI (Club Alpino Italiano) che è il proprietario del rifugio. In teoria dovrebbero comprendere i costi delle materie prime, le spese accessorie (e cioè trasporto, gas, elettricità, acqua, utensili e apparecchiature varie) e gli stipendi, ma ciò non è sempre possibile”. Ecco perché, spesso, i rifugi CAI hanno prezzi più contenuti rispetto a quelli privati, che hanno maggiore libertà di manovra ma anche responsabilità economiche differenti.

Uno dei sentieri per arrivare al Rifugio Vazzoler, ai piedi del Civetta. Ph. Cecilia Mariani

Prezzi in aumento: una scelta obbligata

Negli ultimi anni i prezzi nei rifugi sono aumentati. Lo si nota facilmente, ma è importante capirne il perché. “Nel nostro caso – dice Marco – l’aumento è stato causato sia dall’inflazione che dai grandi lavori che abbiamo fatto, apportando modifiche e migliorie al rifugio. Non abbiamo percepito nessun riscontro negativo da parte degli utenti, essendo comunque cambiamenti di pochi euro”. Emma, invece, osserva come l’incremento dei costi per materie prime, gas ed elettricità abbia inciso parecchio: “negli ultimi cinque anni i prezzi sono aumentati soprattutto a causa dell’aumento dei costi per materie prime, elettricità e gas. I prezzi dei rifugi CAI, essendo concordati proprio con il Club Alpino, restano comunque tra i più bassi rispetto a molti rifugi privati che invece possono decidere individualmente quanto far pagare ai clienti”.

Rifugio
Rifugio Vazzoler. Ph. Cecilia Mariani

Più persone, più problemi (e costi)

L’aumento dell’affluenza estiva, che molti rifugi stanno vivendo, ha un suo costo. “L’affluenza è aumentata parecchio e gestire grandi masse di persone ha dei costi elevati, sia per il conseguente smaltimento dei rifiuti che per la gestione delle risorse fondamentali come l’acqua”, spiega Emma. Anche il rifugio Vazzoler ha visto aumentare il numero di visitatori, ma senza un impatto così diretto sui costi. Ogni rifugio ha le sue dinamiche, e non sempre più clientela significa più guadagno.

Gruppo impegnato in un rekking in Dolomiti. Ph. Cecilia Mariani

Guardare oltre il prezzo

Capire il funzionamento economico di un rifugio non significa solo giustificarne il listino prezzi. Significa rendersi conto che ogni piatto, ogni letto, ogni servizio offerto in alta quota è frutto di un lavoro complesso, faticoso e spesso invisibile. È un invito a guardare questi luoghi con più consapevolezza, a rispettarne i ritmi e i limiti e a sostenere chi, ogni estate, rende possibile la nostra esperienza in montagna.

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