Chi non ha mai sognato difronte allo spettacolo di una cima innevata? Che siate alpinisti o semplici appassionati di montagna il mondo dell’alta quota e dell’alpinismo ha fatto e continua a regalarci emozioni. Le montagne chiamano e l’uomo risponde: ecco l’alpinismo. Un’attività con pochi paragoni, affascinante e complessa, capace di coinvolgere totalmente i devoti dell’azione e far sognare anche chi la segue da semplice appassionato. Una vetta, una parete, una cresta: le meraviglie della natura fanno scattare qualcosa, accendono la curiosità e il desiderio. Così ci si prepara e quando tutto è pronto si parte, per realizzare un nuovo esaltante progetto.

Conquistatori dell’inutile
Lo diceva Lionel Terray: uno slogan sempre più vero da quando, terminata l’epoca dei pionieri che salivano le vette per misurare temperatura e pressione o per compiere rilevazioni topografiche, l’andare in montagna è diventato fine a sé stesso. L’epopea del Cervino, nel 1865, segna il cambio di rotta e un secolo dopo, nel 1965, la solitaria invernale di Walter Bonatti su quello stesso picco è l’apoteosi del romanticismo in parete. In mezzo stanno il Sesto Grado e la corsa agli Ottomila e in seguito, dalle Alpi alle catene più remote, è un incalzare di imprese rese possibili anche dall’evoluzione dell’attrezzatura.
Le chiavi dei sogni
La rivoluzione comincia negli anni Settanta del secolo scorso, con un circolo virtuoso – nuove idee richiedono nuovi strumenti e nuovi strumenti portano a nuove idee – di cui C.A.M.P. è protagonista, insieme a Riccardo Cassin che già negli anni Trenta realizzava i chiodi per le sue imprese. Al mago francese del ghiaccio Patrick Gabarrou abbiamo dedicato un gioiello con manico in fibra di carbonio e al russo Denis Urubko una versione speciale della X-Dream: un pezzo unico messo alla prova nel 2019 sul Gasherbrum II. Le montagne chiamano e Denis risponde: lui come il polacco Jerzy Kukuczka e l’italiano Simone Moro, come i francesi Patrick Berhault e Yann Borgnet, come gli sloveni Luka Lindič e Luka Stražar e la tedesca Ines Papert. Fuoriclasse che hanno scritto e continuano a scrivere con noi la storia dell’alpinismo, animati dalla stessa inestinguibile passione.
Il prodotto del mese: il rampone Stalker semiautomatic
Il rinnovato rampone Stalker si distingue per la sua perfetta adattabilità ai moderni scarponi da alpinismo, garantendo quelle prestazioni e quell’affidabilità che soltanto un attrezzo a 12 punte può offrire. La costruzione classica in acciaio al NiCrMo è sinonimo di durata. L’allacciatura semiautomatica assicura una calzata precisa sugli scarponi con intaglio-alloggiamento sul tallone. L’antibott integrato ad azione attiva previene efficacemente la formazione dello zoccolo.

• Allacciatura semiautomatica
• 12 punte per la massima affidabilità sui terreni tecnici
• Facile da regolare senza l’uso di attrezzi
• Antibott integrato ad azione attiva
• Peso al paio 890 g (795 g senza antibott)
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