L’emozione che ti trasmette una gara è sempre più difficile da provare, soprattutto se il pettorale è ambito da molti. Ancora prima di partire si devono affrontare una serie di sfide: prenotazioni online che vanno via più in fretta di un biglietto per Vasco Rossi, costi sempre più alti e lotterie alla Willy Wonka rendono una bella fetta di competizioni un sogno non sempre realizzabile. Così tre amici del gruppo Selvadec, instancabili corridori di ultra trail, hanno deciso che per divertirsi non serviva avere un pettorale e sparsa la voce tra amici e conoscenti, si sono ritrovati in sei per intraprendere un viaggio autogestito di 170 km attraverso la Valtellina da ovest a est; lungo il percorso altri corridori si sono inseriti per un’esperienza lontana dai riflettori e frastuoni di una tipica gara, ma dalle emozioni ugualmente forti e dal sapore ancor più di avventura.
Intervista ad Andrea Galli di Selvadec
Come è nata quest’idea?
“Valtellina coast to coast” è nata da un’idea mia, di Alice e Stefano come un’esperienza sportiva e umana alla scoperta della nostra meravigliosa vallata: la Valtellina. Il percorso va da ovest a est, più precisamente da Chiavenna a Livigno per una lunghezza di circa 170 km. Non si tratta di una gara ma di un “viaggio” in totale autogestione per godersi luoghi tipici valtellinesi molto differenti tra di loro, dal Lago di Novate Mezzola fino al passo del Foscagno a 2291 m, attraversando tutto il fondovalle con le sue città e paesi.
Raccontaci di questo percorso
Come punto di partenza abbiamo scelto Chiavenna , la città più a ovest della valle, attraversata dal fiume Mera. Partiti dalla stazione ferroviaria alle sei di mattina abbiamo percorso la ciclovia della Valchiavenna fino a Dubino, dove il tratto sulle rive del lago di Novate vale sicuramente una visita, con una vista incredibile sul monte Legnone e gran parte delle cime Lariane (Lago di Como).
Giunti nel fondovalle Tellino abbiamo percorso interamente il sentiero Valtellina fino al suo termine, cioè Bormio, sito a 1225 m. In questo lungo tratto è possibile visitare le città di Morbegno, il capoluogo Sondrio e Tirano con il suo Santuario della Madonna. Guardandosi intorno per tutto questo tratto non mancano viste meravigliose su tutta la catena Retica e Orobica, con le loro vette ormai innevate dalle prime nevicate autunnali e decine di paesi arroccati su di esse. Lungo questo tratto abbiamo attraversato meleti e campi coltivati a granoturco, con il fiume Adda sempre al nostro fianco.
Da Bormio abbiamo abbandonato il sentiero Valtellina e abbiamo preso quota lungo i sentieri del Parco nazionale dello Stelvio fino al Passo del Foscagno, punto più alto del percorso. Qui la vista è davvero spettacolare con fitti boschi di conifere, pascoli e imponenti montagne all’orizzonte. Giunti al passo siamo scesi, sempre per ottimi sentieri segnalati fino al Lago di Livigno, punto di arrivo della nostra avventura terminata alle ore 12:00 dopo 30 ore di corsa.
Durante il percorso vi siete prefissati due tappe, una al 60° km e l’altra a casa tua al 96° km. Se altri volessero seguire il tuo esempio per organizzare in amicizia giri di questo tipo cosa consiglieresti di fare?
In fase organizzativa abbiamo scelto per comodità due “basi vita” dove poterci rifocillare e cambiarci i vestiti. La prima a Sondrio, circa al 65° chilometro a casa di Andrea dove abbiamo pranzato e la seconda a Tirano nel negozio di Sara, dove, oltre aver mangiato, ci siamo cambiati per la notte, visto che come immaginavamo lo sbalzo termico non sarebbe stato indifferente. Lungo il percorso comunque si possono trovare bar e supermercati almeno nella parte diurna.
Partecipare alle gare sta diventando sempre più caro. Trovare avventure low cost è sicuramente stimolante e dà molta libertà a ognuno di noi. Nessun punteggio o sorteggio per partecipare: quale valore aggiunto può dare un’esperienza di questo tipo?
A tutti noi piace fare le gare, sia dal punto agonistico sia per visitare montagne e sentieri lontani da casa. Però ultimamente a parer nostro sembra che l’unico modo per macinare chilometri e dislivello sia attaccarsi addosso un pettorale. Questo progetto infatti vuole anche ricordare a tutti , noi compresi, che basta uscire di casa e riscoprire il proprio territorio per vivere le emozioni di un ultra trail che in tanti cercano. Anzi organizzando in autonomia o con un gruppo di amici queste uscite si potrà assaporare ancora di più il gusto dell’avventura, se low cost meglio ancora.
In termini di sicurezza vuoi dare qualche consiglio?
Come detto prima, essendo un’avventura in autogestione, bisognerà stare ancora più attenti al materiale tecnico da portare con sé, sia per i momenti caldi di giorno che soprattutto per la notte, ed essere pronti per un possibile acquazzone, come capitato a noi. Quindi cercate di portare un abbigliamento a più strati, un telo termico e un piccolo kit di autosoccorso. Da valutare molto bene anche la parte alimentare visto che per molte ore non si possono trovare punti ristoro.
Per concludere possiamo consigliare a chiunque pratichi trail running o trekking di più giorni, di cercare e organizzare “un’avventura dietro casa“, ne rimarrete sicuramente felici, meglio ancora se fatta in compagnia dei propri amici. Volevamo appunto ringraziare tutti quelli che hanno creduto in questo progetto, da chi ha corso con noi anche solo qualche chilometro, a chi ci ha dato una mano organizzativa e ai negozi che ci hanno supportato (Jack & Ale, 3 Passi Patagonia, Pasticceria Pompucci, Floricoltura Piloni, Natura Sì di Morbegno).
Rimanete aggiornati sui prossimi eventi del gruppo Selvadec su @selvadec_valtellinaultrarunner