Tra le rovine della bellissima Bhaktapur, città a 30 km da Kathmandu che ha subito danni ancora più ingenti, trovano rifugio centinaia di nepaleasi in cerca di salvezza e un po’ di stabilità. A due giorni dal lancio della pagina Fb Nepal Needs Help, con i primi soldi raccolti, siamo riusciti a portare un piccolo aiuto concreto: cibo, kit di depurazione dell’acqua, disinfettanti, prodotti igienici.
Quello che conta, infatti, è essere rapidi, lasciar passare il minor tempo possibile per l’arrivo degli aiuti sul campo. In questo modo si cerca di contenere l’impatto psicologico del dramma e dare un senso alla ripresa della vita. In particolare, e come sempre, sono i bambini da salvaguardare ad ogni costo. Sono i più deboli, i meno esperti, ma imparano in fretta e sono in grado di reagire, sovente, meglio e prima degli adulti.
Qui, nella provincia, incontriamo persone di ogni tipo, accomunate dalla tragedia, dall’orgoglio di essere nepalesi, dall’ignoranza delle più elementari regole igieniche e sanitarie. Del resto, già in tempi normali non esistono programmi governativi intensivi in grado di istruire convenientemente la popolazione, figuriamoci in emergenza. Ci troviamo pertanto a dover spiegare nozioni elementari a giovani coppie, anziani spaventati, bambini curiosi, donne inesperte.
In particolare è necessario far capire l’importanza, prima del funzionamento, dei kit di depurazione dell’acqua. L’acqua non filtrata è sempre stata bevuta dal locali senza alcun tipo di conseguenza, ed è difficile spiegare loro che ora può essere contaminata, ancor meno pura di prima e, di conseguenza, nociva anche per loro. Lavarsi le mani, poi, sembra un gesto inutile e i liquidi disinfettanti di cui li riforniamo necessitano di insistenza per essere utilizzati. Le donne qui non conoscono l’uso degli assorbenti igienici e ci rendiamo conto che l’igiene intima femminile è per loro del tutto sconosciuta.
Ora che il primo passo è fatto, e la raccolta fondi avviata, con il mio gruppo misto di nepalesi (in maggior parte) e occidentali non aggregati ad alcuna organizzazione ufficiale, stiamo pianificando la strategia per il prossimo futuro. Da domani avremo dottori e infermieri con noi. Si tratta di un passaparola efficacissimo, un darsi una mano a vicenda che è spontaneamente partito e non si arresta. Una cosa spettacolare. Caricheremo due furgoni di viveri e attrezzatura (sono arrivate delle tende!) e torneremo a Bhaktapur. Poi sarà la volta dei villaggi più lontani nella Valle di Kathmandu.
Inutile dire che per continuare ad aiutare e contribuire ad un ritorno alla normalità nel Paese, gli aiuti concreti devono non solo continuare, ma crescere. E quindi faccio di nuovo appello a tutti voi che ci leggete, affinché le donazioni dirette crescano (vedi Fb Nepal Needs Help) così come l’invio organizzato di materiale (attraverso i canali preferiti, purchè verificati). Ci vorranno molti mesi per uscire dall’emergenza, anni per parlare di normalità, ma la speranza che la sensibilità dell’occidente non diminuisca c’è e vale la pena crederci.