Poche settimane al via dei Giochi olimpici estivi di Parigi 2024 con ben 32 sport presenti, tra questi le gare d’arrampicata sportiva che si terranno dal 5 al 10 agosto a Le Bourget Sport Climbing Venue di Saint-Denis dove parteciperà la nostra azzurra Camilla Moroni nella specialità lead&boulder; per questa occasione abbiamo deciso di farle alcune domande per conoscerla meglio e capire come si arriva così in alto…in tutti i sensi!

Intervista
Camilla Moroni si può dire davvero che arrampica da quando è nata, 23 anni fa, a pochi giorni era già in falesia con mamma e papà in mezzo a corde, scarpette e magnesite. Iniziato tutto come un gioco, la sua altalena era fatta da corda e imbrago, come un pendolo oscillava a destra e a sinistra e non ci volle molto tempo che toccasse la roccia per muovere i primi passi in verticale e capire quale fosse la sua strada.
“Ad un certo punto provando a scalare da prima, mi accorsi che non ero così confidente con la roccia e con il volo, così mi sono allontanata per un po’ di tempo dalla roccia e ho iniziato a scalare in palestra. Facevo seconda media e l’anno successivo, a 13 anni, iniziai le mie prime competizioni”

Il percorso di ogni atleta che raggiunge traguardi importanti è singolare e nello stesso tempo ha però una routine obbligata: le prime gare locali, regionali, nazionali e poi… dopo fatica, vittorie e sconfitte, soddisfazioni e incertezze senti squillare il telefono per la convocazione alla Coppa del Mondo. Per Camilla quel momento è arrivato a 18 anni!
Mio papà è diventato anche il mio allenatore…
Seguire le lezioni e nello stesso tempo allenarsi a quei livelli è un impegno che si affronta soltanto con passione e determinazione, se però al tuo fianco hai un papà come Riccardo tutto diventa più divertente.
“Quando ero piccola non siamo riusciti a trovare un allenatore adatto per me, perché l’arrampicata è uno sport giovane e allenatori specifici per questo sport erano tutti lontani da Genova. Quindi, mio papà, che di lavoro fa il ricercatore di Fisica per il CNR, ha iniziato a studiare per me su come allenarmi per l’arrampicata. Avendo accesso ad una grande banca dati di articoli scientifici, leggendo molti libri e scambiando informazioni con molti allenatori ha iniziato ad allenarmi.”

Da quando Camilla ha 16 anni suo papà ha continuato ad allenarla senza mai perdere di vista l’obbiettivo principale: farla divertire. Tutt’ora sarà lui a portarla alle Olimpiadi insieme al tracciatore Pietro Biagini della nazionale.
Blocchi per pochi
Le sfide per allenamenti di livello non sono soltanto a livello fisico, ma anche pratico, trovare palestre con blocchi olimpionici non è semplice. In generale, un percorso boulder ha prese che devono essere accessibili al grande pubblico. Per atleti come la nostra Camilla ed il resto di ragazzi e ragazze della nazionale serve qualcosa di più.
Così il centro federale ha messo a disposizione per la squadra un’intera parete, in una palestra a Milano, con blocchi adeguati a preparare le competizioni di alto livello come le Olimpiadi, in attesa del nuovo Climbing Stadium ad Arco, dove gli atleti potranno allenarsi per le varie discipline olimpioniche come “lead”, “spead” e ovviamente “boulder”.
“Il boulder in questi ultimi anni si è evoluto verso dei blocchi più tecnici, e per noi è importante provare questi movimenti particolari che in una palestra commerciale non riusciremmo a trovare. Non vedo l’ora che il nuovo centro ad Arco sia ultimato e di trasferirmi lì per potermi allenare.”
A Budapest la conquista del pass per le Olimpiadi di Parigi 2024
Camilla per la preparazione alle qualifiche per le Olimpiadi ha viaggiato molto, da Genova a Milano, ma anche all’estero: Francia, Giappone e infine Budapest. Ogni paese, oltre a piatti tipici, sembrerebbe avere anche blocchi tipici. “Secondo me è molto importante provare stili di tracciature diversi da quelli che abbiamo in Italia, per esempio in Giappone hanno uno stile molto fisico, mentre in Francia la caratteristica anche delle sale pubbliche è che i blocchi sono molto tecnici. Nelle palestre di Arkose (n.d.A. palestra nel cuore di Parigi dove si terranno le competizioni di arrampicata per le Olimpiadi estive 2024) c’è poco strapiombo e più placca e muri verticali, uno stile che in Italia, nelle palestre commerciali, solitamente non troviamo e questo sicuramente è un bell’input per migliorare su questa tipologia di prese.”

Gli ultimi sforzi prima del grande evento
Attualmente, Camilla sta concentrando tutti i suoi allenamenti per le Olimpiadi, salterà qualche gara per arrivare al top della forma per il grande evento. “Non voglio andare alle Olimpiadi soltanto per partecipare, sto cercando di arrivare con la miglior forma possibile. Il mio desiderio è che abbia un bel ricordo delle Olimpiadi, quindi voglio divertirmi durante la gara e dare il massimo; il risultato sarà una conseguenza di tutto questo!”
Il mondo delle competizioni di arrampicata ha una community che è lontana dalle tensioni negative che vediamo spesso in altri sport, e l’aria di festa tra i ragazzi si percepisce e arriva al pubblico. “C’è una bella atmosfera non soltanto tra di noi, ma anche con le altre nazionali. Io sono molto amica con alcune ragazze di altri paesi, come Zelia Avezou che raggiungerò a Parigi tra poco per allenarci insieme, tutto questo è molto divertente e stimolante”
Ispirata dal suo idolo Jakob Schubert, cercherà di arrivare a Parigi con la giusta mentalità. Sono ormai due anni che Camilla si sta dedicando, testa e corpo ad arrampicare, ha accantonato l’università per inseguire la sua strada e dare il 100% in questo sport.
Drago e Instinct vs di SCARPA per essere pronti a qualsiasi tracciato!
Camilla partirà sicuramente con il piede giusto, supportata da SCARPA, azienda leader nel mondo delle calzature: “in gara porto sempre due scarpette, le SCARPA Drago che uso sempre sui blocchi ed è quella con cui mi trovo meglio. Poi un paio di SCARPA Instinct VS wmn perché sono più rigide e può capitare che ci siano dei piedini sulle placche perciò è meglio avere questo tipo di scarpe.”

Perché iniziare ad arrampicare
E se anche voi vi siete incuriositi sul mondo dell’arrampicata e volete provare le sensazioni dei nostri atleti olimpici nelle varie specialità, non dimenticate di andare per gradi e avvicinarvi al mondo verticale con persone qualificate o comunque esperte di arrampicata.
“L’arrampicata è bella, dico sempre a tutti di provarla. E’ uno sport di community…alla sera vai in palestra, provi due blocchi, fai due chiacchere, due risate e passi la serata. Non è uno sport dove conta soltanto la forza, c’è anche tanta tecnica, quindi ragazzi e ragazze possono scalare sullo stesso blocco.”
Se volete seguire le orme di Camilla e provare il bouldering sceglietevi un compagno affidabile capace di proteggervi al meglio. “Il boulder outdoor è quello più soggetto a infortuni, non essendo assicurato ad una corda devi avere qualcuno che ti para bene. Anche posizionare i pad nel modo giusto è importante, se no c’è il rischio di farsi male. Io ho la fortuna di avere compagni di cui mi fido e così riesco ad essere a mio agio e a muovermi bene. Lo stesso discorso vale anche per fare sicura con una corda.”

Tutti gli appassionati delle varie specialità di climbing dovrebbero provare il bouldering perché “alla base dell’arrampicata – secondo Camilla – c’è la forza. Anch’io faccio sempre prima forza e poi resistenza per la lead. Quindi, secondo me il boulder è fondamentale, ti fa crescere la forza e ti aiuta anche per i movimenti un po’ più dinamici e intensi.”

Lasciamo Camilla ai suoi allenamenti tra palestre e luoghi del cuore come Magic Wood e la più remota Val Bavona (con boulder per pochi…dall’8a in su!): chissà se non ci capiterà di incontrarla dopo le Olimpiadi ad arrampicare su qualche via lunga. Quindi, occhi all’insù pronti a fare il tifo per Camilla e a tutto il team della nazionale d’arrampicata…FORZA ragazze e ragazzi, buone olimpiadi!
