Prosegue l’impegno di AKU nella collaborazione con la comunità scientifica sui temi ambientali. Il sostegno alla ricerca e agli studi scientifici rappresenta da tempo una delle aree in cui si concretizza la responsabilità sociale e ambientale dell’azienda. Un impegno che si traduce in iniziative di supporto e sensibilizzazione, volte a promuovere la conoscenza e, attraverso di essa, una maggiore consapevolezza delle problematiche che riguardano l’ecosistema naturale e il suo legame con la comunità.
In tale ambito sono nate partnership importanti, come quella con l’Istituto di Scienze Polari del CNR presso l’Università di Venezia, nell’ambito del progetto ICE MEMORY per la creazione di una “biblioteca della storia del clima” grazie alle informazioni contenute nel ghiaccio raccolto attraverso campagne di prelievo sui ghiacciai alpini ma non solo.
Un impegno che oggi trova conferma nel supporto ad una nuova iniziativa di ricerca ambientale: il progetto OPTICE, nato nell’ambito del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente presso l’Università Milano Bicocca, con un team di ricercatori italiani al quale AKU offrirà il proprio supporto tecnico con la fornitura del modello da alpinismo HAYATSUKI GTX per le operazioni in ambiente freddo sulle Alpi.

Il progetto di ricerca OPTICE prevede infatti sia attività in laboratorio (EuroCold Lab presso l’Università di Milano Bicocca) che sul campo, con particolare riguardo all’ambiente alpino e artico per lo studio della criosfera, con un particolare focus sulla neve e sul ghiaccio, avendo come obiettivo principale la comprensione delle proprietà del manto nevoso in relazione alla sua stabilità ed alle implicazioni che il cambiamento climatico sta causando all’alta montagna.

Nell’ambito della collaborazione sono previsti interventi di supporto per lo sviluppo di progetti di ricerca mirati e per la documentazione degli stessi a scopo divulgativo.
Infatti, noi di Outdoortest.it non ci siamo lasciati scappare l’occasione e ne abbiamo approfittato per fare qualche domanda in più sul progetto e addentrarci nel freddo mondo della neve, sognando già il prossimo inverno.
Il progetto OPTICE
Il progetto OPTICE studia le proprietà ottiche della polvere minerale in neve e ghiaccio. Questo progetto studia la criosfera e l’impatto dei cambiamenti climatici e sarà indispensabile per sviluppare modelli sempre più precisi per studiare il clima della Terra.
Intervista al nivologo Claudio Artoni, guida polare e responsabile tecnico del sistema di laboratori EuroCold Lab del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra dell’Università Milano – Bicocca
Redazione Outdoortest_Partiamo dall’inizio, cosa studiate esattamente?
Claudio Artoni_Il nostro studio vuole indagare le proprietà ottiche e mineralogiche della polvere minerale (dust) contenuta in neve e ghiaccio. La “dust” consiste in particelle minerali, della grandezza di pochi micron, che vengono trasportate sulle montagne e sui ghiacciai dall’attività eolica. Per studiarle usiamo una tecnica particolare chiamata Single Particle Extintion and Scattering (SPES) che ci permette di osservare, per ogni particella, la sua forma, dimensione e le sue proprietà radiative, ovvero la capacità di assorbire o riflettere la radiazione solare. Oltre a queste caratteristiche fisiche andiamo a caratterizzare anche la mineralogia delle particelle e, sempre più spesso, ci capita di riconoscere microplastiche, black carbon e inquinanti derivanti dall’attività umana.

Il loro studio sarà utile anche per migliorare la conoscenza sulla stabilità del manto nevoso e per l’ottimizzazione della gestione negli impianti sciistici.
R.OdT_Quale influenza hanno le polveri minerali sul manto nevoso?
C.A._La polvere minerale ha una grande influenza sul manto nevoso. Quando le particelle sono sulla superficie della neve assorbono l’energia trasmessa dalla radiazione solare, diminuiscono l’albedo e provocano la fusione accelerata del manto. Poi, quando una successiva nevicata le intrappola all’interno della neve, conservano la loro caratteristica di “riscaldatori” e vanno a modificare gli strati intorno.
In particolare, lo strato contenente la dust diventa una crosta da fusione e rigelo (MFcr per gli addetti ai lavori) al di sopra o al di sotto della quale si genera un metamorfismo costruttivo che provoca la formazione di cristalli sfaccettati (FC). Il mix di crosta dura e di cristalli che assomigliano al sale grosso da cucina è uno dei punti deboli per eccellenza ed è uno dei più probabili dai quali si originerà una valanga. Negli ultimi anni stiamo notando come sempre più spesso ci sia la presenza della polvere minerale nella neve alpina, dovuta al trasporto dal deserto del Sahara, che trasforma i candidi paesaggi alpini in un ambiente marziano.

R.OdT_Portare a casa un campione da analizzare non deve essere semplice. Quali sono le sfide più dure nel vostro lavoro?
C.A._Il nostro lavoro si svolge per buona parte in ambiente: in alta quota sulle Alpi e nelle regioni polari, in particolare alle isole Svalbard, a pochi Km dal Polo Nord. Le sfide più grandi sono date dalle condizioni meteo, spesso proibitive o dalla difficoltà di raggiungere alcuni ghiacciai.
Inoltre, il corpo è sottoposto a stress fisici prolungati e bisogna sempre avere un piano B pronto perché può capitare che qualcosa non vada come previsto o che qualche strumento decida di non lavorare. Altri aspetti molto importanti sono la sicurezza e la movimentazione in terreni in cui i pericoli oggettivi sono molti. Avere preziosi alleati come AKU che ci garantisce una protezione ed un comfort eccezionali o Out Of per una visione perfetta in qualunque condizione atmosferica, è fondamentale per svolgere al meglio il nostro lavoro.
Altro aspetto importante, dopo aver recuperato un campione di neve o di ghiaccio, è mantenere la catena del freddo: la sua temperatura non deve mai superare i -10°C, per non alterare le sue proprietà. Per questo tutto il trasporto è refrigerato e nei nostri laboratori del sistema EuroCold Lab, presso l’Università Milano – Bicocca, abbiamo a disposizione 4 camere fredde con un range di temperatura tra -20°C e -50°C.

R.OdT_Campionamento dati in corso e prossimi obbiettivi
C.A._Attualmente stiamo svolgendo un’attività di monitoraggio neve sul ghiacciaio del Rutor ed in altri ghiacciai della Valle d’Aosta, anche in collaborazione con Fondazione Montagna Sicura. Ogni anno, durante la stagione primaverile, saliamo a Ny-Alesund (Isole Svalbard), l’ultimo centro abitato permanentemente prima del Polo Nord, per realizzare stratigrafie e campionamenti del manto nevoso. Tutti questi campioni li stiamo analizzando nel sistema di laboratori EuroCold Lab condividendo i risultati in articoli scientifici su riviste peer reviewed. Le idee per il futuro sono tante e vanno dal realizzare strumenti più accurati e precisi a magari ampliare le aree di ricerca in Groenlandia e Himalaya.

Maggiori informazioni sul progetto OPTICE www.optice.org