Quando parliamo di escursionismo invernale e sicurezza la prima cosa che ci viene in mente è il kit antivalanga: ARTVA, Pala e Sonda; tuttavia, la sicurezza durante una gita passa anche e soprattutto attraverso il corretto approccio mentale nel valutare e scegliere il passo successivo. La guida alpina, Uberto Piloni, ci aiuterà a svelare le trappole euristiche che possono colpire qualsiasi escursionista invernale, incluso te!
Prima di iniziare sottolineo che le trappole psicologiche dell’escursionista invernale sono meglio definite come trappole euristiche, ovvero scorciatoie mentali che ci permettono di valutare in modo sbrigativo una situazione. Saranno proprio delle frasi o atteggiamenti i campanelli d’allarme che vi dovranno mettere in allerta e ai quali dovrete reagire per evitare di cascarci dentro. Noi, in quest’intervista, abbiamo voluto racchiudere i 5 campanelli più frequenti fra sci alpinisti, snowboarder e ciaspolatori in questi ultimi anni.

Intervista a Uberto Piloni
1. FAMIGLIARITA’: «Sono un local, questo posto lo conosco come le mie tasche»
“La conoscenza di un luogo ci dà sicurezza, ed ecco che abbassiamo la soglia di attenzione accettando qualche rischio in più. Il mio lavoro di guida alpina mi impone di vigilare ad ogni uscita, anche se è la solita di casa. Lo stesso dovrebbe fare qualsiasi gruppo, informandosi sul bollettino nivo di quale sia il grado di pericolo, e quali sono le principali problematiche, mantenendo l’attenzione per tutta la gita.”

2. GRUPPO: La forza del branco è il lupo. La forza del lupo è il branco. E’ davvero così per scialpinisti e ciaspolatori?
“Quello che in gergo tecnico chiamiamo « fattore gruppo » purtroppo per gli escursionisti sono molte le trappole euristiche indotte dall’essere in gruppo. Più il gruppo è numeroso più è probabile che si inneschino delle trappole legate a questo aspetto. Possiamo evidenziare tre trappole principali.
- il calore del gruppo: questa trappola è piuttosto subdola, ma quando si è in tanti, sette, otto o più escursionisti ci sentiamo anche più al sicuro e questo ci fa abbassare la guardia.
- effetto gregge: in un gruppo c’è quasi sempre un leader, dichiarato o meno, che prende le decisioni per tutti. La trappola si innesca quando smettiamo di ragionare e seguiamo con i paraocchi il presunto leader.
- competitività: come in qualsiasi altro contesto sociale, anche in un gruppo di escursionisti invernali, c’è la voglia di emergere o quanto meno di non essere accantonato o preso in giro. Quest’aspetto ci farà prendere decisioni poco lucide.”

3. Consenso SOCIAL: «Hai visto che ieri hanno fatto il canale Holzer? Possiamo andarci nel weekend!»
“Una delle trappole più attuali di questi tempi risiede proprio nell’uso dei social per scegliere gli itinerari. Ammesso che la scelta dell’itinerario fosse davvero corretta in quel momento non è detto che lo sia qualche ora dopo, figuriamoci giorni dopo! Sicuramente potrete sfruttare i social per scoprire nuovi luoghi ma, resta a voi valutare le condizioni giorno per giorno.”

4. TRACCE: «E’ tutto tracciato: andiamo sul sicuro!»
“Una delle trappole euristiche più frequenti; scatta proprio quando vediamo rassicuranti tracce in un pendio. Più o meno inconsciamente il fatto che altri escursionisti sia con le ciaspole che con gli sci, siano passati da li ci infonde sicurezza e così abbassiamo la guardia e smettiamo di ragionare. Una valanga può staccarsi anche dopo il passaggio di innumerevoli escursionisti: quindi, le tracce di altri, sebbene possano essere un segnale che quel pendio è effettivamente stabile, non dobbiamo comunque darlo per scontato.”

5. ESTETICA: «Uao!!! Che linea su quel pendio, devo sciarlo a tutti i costi!»
“L’estetica di un pendio può essere davvero fatale; ci può far annebbiare la mente e l’euforia del momento farci prendere una decisione che non avremmo mai pensato di prendere. Scendere un pendio vergine, un canalino estetico, o semplicemente attraversare un pendio che ci affascina, è attraente a tal punto da farci abbassare la guardia e renderci particolarmente positivi sulle condizioni, tanto da distorcere l’evidenza di un pericolo oggettivo.”

Nessuno di noi è immune alle trappole euristiche, scorciatoie di pensiero che la nostra mente preferisce seguire per evitare lo sforzo di ragionare e valutare le condizioni prima, durante e anche dopo la gita. “Quando si manifesta una di queste trappole smettiamo di fare le nostre valutazioni”, insomma assecondiamo la nostra pigrizia e preferiamo goderci il momento. Eppure una via d’uscita esiste: l’abitudine! Inizialmente non sarà scontato, ma soltanto abituandoci a rinunciare alla linea più estetica, all’ennesimo post sui social e al volere a tutti i costi potremmo migliorare la nostra capacità decisionale e consolidare un’esperienza valida per muoversi nella montagna innevata con maggior consapevolezza.